La storia dell’azienda Lazzaris

Nel 2021, la nostra azienda ha celebrato i 120 anni di attività e oggi, per omaggiare quell’intuizione di Luigi Lazzaris avvenuta nel 1901, abbiamo voluto intervistare suo nipote, Alberto Lazzaris, colui che guida attualmente l’azienda di famiglia, realtà storica arrivata alla terza generazione.

La storia di Lazzaris inizia nel 1900, anno in cui Luigi Lazzaris sperimenta la ricetta della mostarda veneta. Com’è arrivato questo successo?

Quella della mostarda è una ricetta che appartiene alla tradizione contadina: Luigi Lazzaris iniziò a produrla nel suo panificio con gli ingredienti che aveva a disposizione, tutti tipicamente locali. Probabilmente il fatto che la mostarda fosse finalmente disponibile in vendita nella rete del commercio al dettaglio portò le persone a preferirne l’acquisto in negozio invece di prepararla a casa: penso che il vero successo iniziale derivò proprio da questo.

Essendo poi un prodotto tipico delle feste, i pasticceri proponevano delle loro versioni: così fece anche Luigi Lazzaris, sviluppando un prodotto diverso dal solito, prodotto che evidentemente fu molto apprezzato dal pubblico.

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Per Luigi Lazzaris, com’è avvenuto il passaggio da ardito pasticcere di Conegliano a imprenditore di fabbrica per la produzione di mostarda?

Il primo panificio di Lazzaris era nella via storica di Conegliano, in Via XX Settembre. Poi l’attività si sviluppò e a 100mt di distanza da quel luogo storico nacque la vera e propria azienda. Erano gli anni ’50 e a quell’epoca l’attività era in forte espansione: l’impronta industriale la diede mio nonno con il trasferimento dell’azienda al di fuori del centro storico di Conegliano, nel luogo in cui ci troviamo adesso, in Viale Venezia, 72, a circa 3km di distanza.

Riguardo ai prodotti, Lazzaris ha sempre realizzato mostarde o si è cimentata anche in altre preparazioni?

Nel periodo in cui l’azienda è stata trasferita fuori dal centro di Conegliano, abbiamo iniziato anche la produzione di caramelle, differenziando un po’ la proposta. Producevamo caramelle alla frutta, al cioccolato, gelatine, pastiglie di zucchero ecc. Era un canale di produzione molto interessante, io stesso da piccolo mi divertivo a osservare come venivano realizzate. In seguito, però, il mercato della caramella è diventato molto difficile, perché c’erano grandi aziende che le producevano. Siamo quindi infine ritornati verso il nostro ramo storico, quello della mostarda.

La mostarda in sé ha da sempre accompagnato l’azienda, fin dalla sua fondazione, mentre talvolta veniva affiancato periodicamente da altri prodotti: le caramelle, appunto, negli anni ’50-’60, e poi i prodotti per la gelateria negli anni ’70. Nella nostra zona, in quel periodo, c’è stato un boom delle gelaterie artigianali e mio padre intuì che c’era bisogno di questa tipologia di prodotto: abbiamo quindi realizzato prodotti per gelaterie artigianali fino al 2000.

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Cosa vi ha spinto verso la produzione di diversi tipi di mostarde, oltre a quella veneta?

Il mercato cambia e anche noi abbiamo dovuto fare delle scelte. La strada che abbiamo intrapreso è stata dunque quella di abbandonare il mercato del gelato e concentrarci sulla nostra produzione più tradizionale: confetture e mostarde. Da lì abbiamo ampliato le ricette, facendo alcune ricerche per capire quali fossero le mostarde più diffuse in Italia, iniziando poi a produrle. È servito in particolar modo per dare uno sbocco commerciale più aperto all’azienda. Vendevamo principalmente in Veneto: la mostarda veniva consumata specialmente durante il Natale, mentre per essere più interessanti anche a livello nazionale, abbiamo iniziato a produrre ricette di altre regioni, non troppo differenti dal nostro prodotto di base.

Negli anni ’80-’90, infine, è cresciuto molto il mercato estero grazie al boom del Made in Italy che ha posto l’attenzione anche su prodotti più particolari, diversi da pasta e pizza e, fortunatamente, il mio bisnonno, il fondatore, era una persona molto predisposta a promuovere i prodotti all’estero.

Oggi Lazzaris lavora con un buon 25% di mercato estero: un’ottima percentuale specialmente per un prodotto come il nostro, che continua a essere un prodotto di nicchia.